Naomi Vona | Fotografia

L’ospite dell’intervista di oggi si chiama Naomi Vona.

In questa intervista vi mostrerò alcuni dei collage che ha realizzato utilizzando delle vecchie fotografie e cartoline d’epoca. Il risultato, come vedrete, è di forte impatto. Le applicazioni materiali fatte sulle fotografie da Naomi sono sì molto “invasive” e distanti dall’immagine originale, ma allo stesso tempo ne rispettano la natura creando un’armonia di forme e colori.

Di seguito trovate solo una piccola selezione dei collage di Naomi, ma potete trovarne molti altri visitando i suoi link qui:
Blog – Flickr – Saatchi Online.

Ecco quello che ci ha raccontato.

Presentati: 
Mi chiamo Naomi Vona, ho 31 anni, vivo a Dublino, in Irlanda e sono attualmente alla ricerca di un lavoro.

La fotografia nella tua vita: come e perchè?
La fotografia è sempre stata parte integrante dei miei interessi e le mie passioni personali, ha iniziato pian piano ad essere il mio punto di riferimento attorno al 2002-2003, quando ho iniziato a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera. Il mio percorso scolastico ha seguito sempre le mie passioni: dal liceo artistico sono passata al triennio di design, fino alla specializzazione in fotografia sempre a Brera.

Senza pensarci troppo: dicci tre cose che ti piacciono.
La pasta, le passeggiate e i colori a tinta unita.

Fotografia, video arte e collage sono i tre settori in cui il tuo lavoro si concentra. Visitando il tuo portfolio sono rimasta molto colpita dai collage che hai realizzato: i colori e le forme che crei utilizzando pennarelli, stickers, carta e quant’altro su foto e cartoline d’epoca hanno un impatto visivo molto forte e interessante. Ti andrebbe di raccontarci un po’ come è nata questa tua passione per i collage e con quale finalità hai iniziato a realizzarli?
Come la fotografia, il collage è una delle cose in cui riesco meglio ad esprimermi, ho maturato l’interesse verso questa forma espressiva sempre negli anni in cui frequentavo l’Accademia. Il mio modo di fare collage si è comunque evoluto e, a differenza della fotografia, l’ho accantonato per diversi anni per poi riprendere a lavorarci su negli ultimi mesi.

All’inizio di quest’anno ho acquistato in stock centinaia di fotografie e cartoline d’epoca su eBay, ed è scattata una scintilla. Mi sono resa conto che mi mancava qualcosa e questa cosa era proprio il “fare”, il collage e la carta, così ho iniziato a lavorare sulle foto che avevo acquistato, e mi sono sentita bene.

Ero attratta dall’idea di poter modellare le immagini attraverso dei tratti, degli interventi e mi sono chiesta cosa potesse celarsi dietro a tutte quelle foto. Ho semplicemente seguito il mio istinto e ho trasformato ogni immagine in una nuova immagine, con un significato e uno scopo del tutto differenti dalle originali. Avevo molto materiale da utilizzare, tra cui stickers e altri ritagli trovati per caso e accumulati nel tempo, dovevo solo dare uno scopo a quell’accumulo, e finalmente l’ho trovato.

Segui i lavori di qualche fotografo in particolare come fonte di ispirazione?
Ultimamente sto seguendo parecchi artisti contemporanei, ma questi sono il mio attuale punto di riferimento e fonte di ispirazione: Erin Case, Julien Pacaud, Lynn Skrodal e Chad Wys.

Cosa ti piacerebbe sperimentare in fotografia?
Negli anni accademici ho avuto modo di sperimentare parecchio, utilizzando macchine fotografiche analogiche di diversi formati, svariate tecniche fotografiche e di manipolazione, ecc. Attualmente utilizzo molto le polaroid, mi è capitato di realizzare collage anche sulle polaroid ma ancora devo capire bene se questa cosa mi piace oppure no.

Qual è, ad oggi,  il tuo desiderio più grande in ambito professionale?
In questi mesi sono stata, artisticamente parlando, molto produttiva e ispirata, ho avuto modo di fare delle collaborazioni interessanti con diversi artisti e mi sento nel “mood” giusto. La cosa a cui aspiro è sicuramente riuscire a portare avanti le mie passioni e se possibile trasformarle anche in un lavoro.

Ci suggerisci una canzone da ascoltare alla fine di questa intervista?
Ce ne sarebbero tantissime! In questo preciso istante direi di ascoltarvi “Instant Crush” dei Daft Punk.


Grazie mille per questa intervista! 

BlogFlickr – Saatchi Online

Written by: Gianna

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