Silvia Cesari | Fotografia

Osservatrice attenta, mai invadente.

Uno sguardo sulla realtà dal tocco deliziosamente femminile quello di Silvia Cesari, la nostra ospite di oggi.

Le sue fotografie presentano sempre un dettaglio particolare, quel dettaglio che porta l’osservatore attento e curioso a  fantasticare sul dove , come e quando sia stata scattata quell’immagine.

Per vedere tutti i lavori di Silvia vi basta visitare il suo Sito, il suo album Flickr oppure il suo blog ed il consiglio è quello di ritagliarvi del tempo per farlo!

Ma prima ecco quello che ci ha raccontato.

Iniziamo con le presentazioni…

Silvia, Bologna, 1983.

La fotografia nella tua vita: come e perché?

Ho iniziato a interessarmi di fotografia da adolescente, una passione ereditata da mio padre e con lui condivisa. Ho poi seguito un corso di sviluppo e stampa quando il digitale non esisteva ancora.

Negli ultimi cinque anni la fotografia è diventata una cosa di cui non posso fare a meno.

Cos’è che più ti affascina dell’arte fotografica?

L’attesa, la memoria, l’odore dei chimici di sviluppo, il silenzio, la sospensione del tempo e dello spazio, le pellicole scadute.

Descrivici il tuo “parco macchine”

Sempre con me una Nikkormat FT del ’73 con un 35mm e un Iphone come un comodissimo quaderno di appunti, poi una Zenit-E, una Olympus OM1, una Fed 2, una Holga e una “vecchia” Nikon D40X.

Senza pensarci troppo: dicci tre cose che ti piacciono.

Le mezze stagioni, i viaggi in nave, gli oggetti in via di estinzione.

Come descriveresti il tuo modo di fare foto, il tuo stile?

“Se potessi esprimerlo con le parole non ci sarebbe nessuna ragione per dipingerlo.”

Edward Hopper.

IOSONOUNCANE ©Silvia Cesari

Stai lavorando a qualche progetto in particolare in questo  momento, o hai in mente qualcosa per il futuro?

Non riesco a pensare alla fotografia come un’attività sezionata in diversi progetti: le mie immagini seguono i miei spostamenti, nascono dai miei incontri.

Spero però di poter collaborare ancora con GT  e con HZ per l’instancabile  condivisione dei nostri sguardi.

Dino Fumaretto ©Silvia Cesari

Segui i lavori di qualche fotografo in particolare come fonte di ispirazione?

Mi è piaciuta molto l’attività del collettivo LuoghiComuni che purtroppo non esiste più e seguo da millesettantotto chilometri di distanza il lavoro di Enrico Floriddia, che ha cambiato il mio modo di vedere le cose.

Cosa ti piacerebbe sperimentare in fotografia?

Una medio formato, forse una Kiev 88.

Ci suggerisci una canzone da ascoltare alla fine di questa intervista?

Un ringraziamento a Silvia per averci raccontato qualcosa di sè.  

Sito –  Flickr – blog.

 

Written by: Gianna