Paul Hansen vincitore del World Press Photo 2013 – polemiche sullo scatto ritoccato

Lo scorso 15 febbraio sono stati decretati i vincitori del più importante premio mondiale di fotogiornalismo, il World Press Photo. (qui la galleria delle altre fotografie premiate

La fotografia vincitrice dell’edizione 2013 è stata realizzata dal  fotografo svedese Paul Hansen, che lavora per il giornale Dagens Nyheterper.

La foto è stata scattata a Gaza il 20 novembre 2012 durante il funerale di due fratellini (Suhaib Hijazi, due anni, e Muhammad, tre anni), uccisi nella loro casa colpita da un missile israeliano. L’immagine mostra un gruppo di uomini mentre trasportano i due corpicini alla moschea per il funerale e racconta tutta la loro rabbia e il loro dolore.

La premiazione della fotografia di Hansen ha però suscitato diverse polemiche per un sospetto di “ritocco”. Nello specifico i fattori che hanno fatto sorgere il dubbio sono tre: i volti degli uomini illuminati da sinistra da una luce che non  sembra poter provenire dalla stretta strada in cui si trovano; una forte nitidezza che non interessa soltanto il primo piano ma si spinge fino al secondo e al terzo ed infine delle macchie nel cielo caratteristiche solitamente di fotografie pesantemente editate.

Il dibattito si è quindi acceso creando la solita diatriba tra i sostenitori della pura autenticità e verità del mestiere del fotoreporter, che non dovrebbe quindi ricorrere a certi tipi di manipolazione dell’immagine, e coloro invece che non considerano la postproduzione un’alterazione della realtà e quindi della storia raccontata dal fotografo che ne fa uso.

Ma qual è quindi la linea di confine tra una foto ritoccata e una foto che altera la realtà delle cose? Fin dove si può spingere un fotoreporter per non incappare nel “falso fotografico” secondo voi?

Insomma: voi da che parte state?

Written by: Gianna

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