Giulia De Marchi | Fotografia

Dopo esserci spostati in Canada per l’intervista della scorsa settimana, oggi torniamo in Italia e lo facciamo per presentare una giovanissima fotografa davvero brava.

Il suo nome è Giulia De Marchi, ventiquattrenne di Treviso. Ci ha raccontato di aver imparato quasi tutto quello che sa di fotografia da sola. Quello che si coglie nei suoi scatti è una grande “pulizia” e precisione nella composizione dell’immagine, toni chiari e ben equilibrati. Scatti catturati attraverso uno sguardo attento a cogliere una storia da raccontare, ma senza mai essere invadente.

Qui di seguito trovate una piccola selezione dei lavori di Giulia, ma per scoprirne molti altri potete visitare i suoi link qui:

Flickr
 – 
Instagram – Tumblr – Facebook

bacio coppia in spiaggia
Presentati: 
Mi chiamo Giulia, ho ventiquattro anni, vivo a Treviso e da circa un anno sono impegnata nello sviluppo di hABT (un giovane marchio di accessori e complementi d’arredo interamente realizzati a mano) curandone grafica, packaging e fotografia, o perlomeno ci provo. Essendo la mia una formazione quasi puramente da autodidatta, vivo in modalità “spugna” verso qualsiasi tipo di rivista/blog specializzato.

La fotografia nella tua vita: come e perchè? 
Con il mio primo stipendio comprai nel 2009 un modello Entry-Level di casa Canon, riposto dopo qualche scatto di prova dentro un cassetto. Qualche nozione base scambiata sotto la pioggia in terrazzo con un amico e un breve corso di fotografia al quale mi iscrissi per scommessa, riuscirono a distanza di qualche anno a trasmettermi la voglia di raccontare attraverso le immagini ciò che faccio e ciò che più mi incuriosisce. La ritengo una sorta di piccola lente di ingrandimento in grado di farmi rivivere un momento con qualcosa di concreto, di materiale, e non solo con il ricordo.

Descrivici il tuo “parco macchine” 
L’Entry-Level è stata da poco sostituita con una Canon 60d, anche se gran parte degli scatti che mi hanno dato più soddisfazione derivano da una vecchia Yashica analogica, riesumata pochi mesi fa (con grande piacere) da uno scatolone in soffitta.

Holocaust-Mahnmal Berlin

ragazzi che passeggiano su sentiero di montagna

Cos’è che ti spinge, in un determinato momento, a prendere in mano la macchina fotografica e a scattare?
Qualsiasi cosa crei una composizione a mio avviso equilibrata semplicemente trovandosi nel posto giusto al momento giusto. Ed io con lei.

Senza pensarci troppo: dicci tre cose che ti piacciono.
La pelle pallida in contrasto con le lentiggini scoppiate sotto il primo sole, i Magazine dalle pagine ruvide ben rilegate, i Brand scandinavi dai nomi impronunciabili.

Ragazzo affacciato in terrazza di montagna

Come descriveresti il tuo modo di fare foto, il tuo stile?
Sofia, una ragazza a me molto cara, scrisse per la sua rubrica “Wannabe” di Gushmag.it che nelle mie immagini riesce a cogliere “spazi in differita, aspetti romantici di un’armoniosa musicalità e la ricerca continua di una perfezione”. Non avrei saputo trovar parole più belle.

Cosa ti piacerebbe sperimentare in fotografia?
Mi piacerebbe avvicinarmi alla sfera dei ritratti, invidio enormemente chi è in grado di immortalare la personalità dei soggetti all’interno di un singolo scatto. Preferisco per il momento vivere la fotografia dietro le quinte, in punta di piedi.

Pescatori su molo

Qual è, ad oggi, il tuo desiderio più grande in ambito professionale? 
Imparare, sperimentare, condividere e soprattutto viaggiare. Per me, non c’è niente di più stimolante che camminare appena fuori il mondo da me conosciuto.

Ragazzo che lavora in garage

Ci suggerisci una canzone da ascoltare alla fine di questa intervista?
Arcade Fire – In the Backseat (da godersi rigorosamente a luci spente ed occhi chiusi).

Ringrazio Giulia per averci dedicato un pò del suo tempo…

LINK//

Written by: Gianna